Quando la tenerezza infusa in un libro è gioiosa ma non stucchevole vien naturalmente voglia di sfogliarlo e risfogliarlo, facendosi carezzare da parole e immagini. Ecco, più o meno questo succede a chi si lascia incuriosire da Chi vuole un abbraccio?, albo ad alta leggibilità creato da Przemysław Wechterowicz e Emilia Dziubak.
La storia è semplice: papà orso e figlio orso, tra i più mansueti che si possa immaginare, vanno a zonzo per la foresta alla ricerca di creature da abbracciare. Nessuna restrizione sui destinatari – conigli, donnole, anaconde e persino cacciatori armati di fucile! – e nessun doppio fine – l’abbraccio non è che il segreto per (far) avere un giorno perfetto. Uno dopo l’altro, i due incontrano e stringono affettuosamente chiunque capiti loro a tiro, superando perplessità (per esempio del castoro), diffidenza (per esempio del lupo), difficoltà tecnica (per esempio con il bruco), e fifa blu (per esempio, manco a dirlo, dell’umano), trasformandoli in sentimenti di segno positivo come leggerezza, felicità e commozione. Una stretta e un sorriso trova posto nella giornata: è matematico, succede sempre (o quasi… il cacciatore è ancora troppo tramortito per dire la sua).
Questa genuina carrellata di emozioni è racchiusa in un albo dal formato quadrato poco comune. Le illustrazioni spiritose e curate, amplificano il sottile humour suggerito dal testo e invitano il lettore a fare caso a posizioni e sguardi più che mai espressivi, stuzzicanti e divertenti. Instancabili trasformiste, assumono la forma di vignette, di disegni a tutta pagina, di cornici e di sfondi regalando alle pagine un dinamismo che solletica. Con fare irriverente si intrufolano in mezzo, accanto, sopra e sotto pezzi di testo, li incorniciano, li interrompono, li completano, li arricchiscono andando a nozze con quella varietà grafica fatta di colori, dimensioni, maiuscoli e grassetti. Studiati e ben dosati questi concorrono ad alleggerire la lettura e a far riconoscere le diverse parti del racconto, arricchendo l’alta leggibilità di una tavolozza tipografica davvero interessante e originale.
Recensione a cura di Area Onlus – www-dito.areato.org